Agosto 2003: E' nata Prometea, la prima cavalla clonata

E' nato in Italia il primo cavallo ottenuto per clonazione ed è il primo mammifero al mondo nato dallo stesso animale donatore delle cellule utilizzate nel trasferimento nucleare.
Il risultato dell'esperimento è stato ottenuto dal gruppo di Cesare Galli, il ricercatore "padre" del toro Galileo, presso il Laboratorio di Tecnologie della Riproduzione (ora Avantea) di Cremona. Alla ricerca hanno collaborato Irina Lagutina, Gabriella Crotti, Silvia Colleoni, Paola Turini, Nunzio Ponderato, Roberto Duchi e Giovanna Lazzari. Il primo cavallo clonato è una femmina, ed è il 28 maggio 2003.
Alla nascita, avvenuta con parto naturale, aveva un peso assolutamente nella norma, pari a 36 chilogrammi. Madre e figlia sono assolutamente identiche, come ha confermato anche il test del Dna. Entrambe sono di razza Aveglinese, completamente marroni con una striscia bianca sul muso. "La cavalla che ha partorito Prometea è la stessa che ha donato le cellule dalle quali è stato ottenuto l'embrione", spiega Galli. L'animale ha preso il nome del mito greco di Prometeo, il titano che aveva rubato il fuoco agli Dei per donarlo agli uomini: "Abbiamo voluto chiamarla così in riferimento a qualcosa di audace".
La clonazione del cavallo apre anche la strada alla possibilità di ottenere cloni di purosangue, campioni che oggi vengono spesso castrati perché altrimenti difficili da gestire. A rendere praticabile questa via c'é anche il fatto che la tecnica messa a punto in Italia é più dolce e facilmente praticabile rispetto ad altre tecniche finora sperimentate sugli equini, come quella con cui nel maggio scorso negli Stati Uniti é stato clonato il mulo.

La tecnica
I ricercatori del gruppo di Galli hanno seguito una tecnica innovativa, nella quale la zona pellucida che avvolge l'ovocita é stata rimossa per facilitare la fusione della cellula uovo con il nucleo della cellula somatica. Inoltre si é voluta percorrere una via rispettosa della salute degli animali. Gli ovociti utilizzati nell'esperimento sono stati infatti prelevati da animali macellati e, una volta eseguito il trasferimento nucleare, sono stati fatti sviluppare fino allo stadio di un centinaio di cellule (blastocisti), il primo nucleo dell'embrione. Gli embrioni così ottenuti sono stati quindi trasferiti in utero con una tecnica non invasiva, per via trans-cervicale. Una strada molto diversa era stata invece seguita negli Stati Uniti per ottenere il primo clone di un equino, il mulo Idaho Gem. Per ottenere quel risultato, annunciato nel maggio scorso sulla rivista "Science", erano state utilizzate cellule fetali anziché adulte, il cui nucleo era stato inserito in ovociti trasferiti in utero immediatamente, senza attendere che si formasse l'embrione.

L'esperimento
Per ottenere il primo clone di un cavallo sono state utilizzate due linee cellulari a partire dalle cellule della cute di un maschio adulto di purosangue arabo e di una femmina aveglinese, una razza originaria del Trentino Alto Adige. Dalla linea cellulare ottenuta a partire dalla pelle del purosangue arabo sono stati eseguiti 513 trasferimenti nucleari in altrettanti ovociti. Da questi si sono formati 8 embrioni (trasferiti in 4 riceventi) dai quali si sono avute 2 gravidanze, che però non sono giunte a termine. Con la seconda linea cellulare, quella derivata dalla femmina aveglinese, si sono eseguiti 328 trasferimenti nucleari, da cui si sono sviluppati 14 embrioni. Di questi, 9 sono stati trasferiti in utero in 5 riceventi e sono state ottenute 2 gravidanze, delle quali una é giunta a termine.

La cavalla che ha partorito il suo clone
E' avvenuto per caso che la cavalla che ha portato a termine la gravidanza fosse anche la donatrice della cellula adulta utilizzata nel trasferimento nucleare. Praticamente la puledra che ha partorito è nata da una cellula della sua pelle. "E' un risultato molto interessante e che abbiamo ottenuto casualmente - ha detto Galli - ma adesso apre nuove prospettive nello studio dell'immunità nella gravidanza". Il risultato che abbiamo ottenuto, prosegue il ricercatore, "mette in discussione le teorie sul mantenimento della gravidanza, secondo le quali era necessario che il feto venisse riconosciuto come estraneo".

Cloni e purosangue
Ottenere una copia di cavalli fuoriclasse diventa adesso possibile, "ma -avverte Galli- non è affatto detto che il clone di un campione, ad esempio di Varenne, possa dare le stesse prestazioni dell'originale". Si potranno ottenere due copie perfette dal punto di vista genetico, ha aggiunto, ma il tipo di allenamento cui saranno sottoposti i due cavalli non potrà mai essere lo stesso. "Di sicuro il clone potrà invece essere utilizzato a fini riproduttivi". Ottenere dei cloni, ha osservato Galli, "potrebbe essere l'unica possibilità in grado di permettere a questi animali di conservare la razza a fini riproduttivi".

<media 403 _blank>Articolo Salute Aduc - "Italia. E' nata Prometea, la prima cavalla clonata".</media>
<media 402 _blank>Articolo Corriere della Sera: "Clonazione, nasce in Italia il primo cavallo duplicato".</media>